
Nel cuore di Roma, quando la guerra divora tutto, resta solo ciò che nessuno può portarti via: la memoria. Isacco, un professore costretto al silenzio perché ebreo, riempie un quaderno con parole che il mondo sembra aver dimenticato. Mentre fuori la Storia si macchia d’orrore, lui resiste scrivendo. Ogni frase è un atto di fede, ogni pagina un argine contro l’oblio. Poi, un giorno, qualcuno bussa alla sua porta: è Sofia, una bambina dai capelli spettinati e dallo sguardo pieno di domande. Tra silenzi, sguardi e parole ritrovate, nasce un legame che nessuna guerra potrà spezzare. “Il maestro delle parole perdute” è un romanzo intenso e poetico, che parla di coraggio, memoria e speranza. Una storia che attraversa il buio per ricordarci che le parole — se amate, se affidate al silenzio giusto — sopravvivono al tempo. Perché scrivere quando il mondo brucia? Perché solo chi lascia una traccia non viene dimenticato.